lunedì 18 gennaio 2010

Perchè son vivo, perchè son vivo.


Quei giorni
-che cominciano ricordandoti mentre ti lavi i denti, di cosa hai sognato: hai sognato lei e lui, che limonavano, si, che limonavano.L 'immagine è limpida.e ti viene voglia di ingoiare tutto il dentifricio che hai in bocca, poi aggiungerne altro dal tubetto, per poi attendere il conato e affrescare il bagno di vomito, poi bere una fiala per i capelli di mio padre, rimpicciolirmi come Alice, buttarmi nel cesso e tirare l'acqua maledicendo (sbraitando e pestando i piedi furiosamente) l'inconscio, Freud,ma soprattutto lei.muori.
invece, sputi, ti sciacqui, fai una risata amara, sospiri e scuoti la testa..poi fra i denti un bel "ma zioccan"mattutino.

-inutili, il loro essere è del tutto inutile al progredire della tua vita.

-in cui vedi solo delle fighe, e tu non ti senti in forma.

- in cui parli da sola.

-in cui vorresti essere la dea Calì, perchè camminare con due borse diventa una incredibile fonte di nervosismo, manco fossero duecento, le spalle non sono abbastanza larghe, la tracolla sliscia sul tessuto sintetico della giacca, per la quarantesima volta in cento metri tonf! la borsa ti cade sul gomito e fai lo stesso gesto per rimpiazzarla, tanto questione di secondi che torna giù.
Sono cose che influiscono considerevolmente sulla qualità di vita.
Sono stata a tanto così dal gettare tutto a terra, scoppiare a piangere urlando, calciando, pestando la borsa di merda sul marciapiede come una pazza tarantata.

-in cui ti chiedi cos'hai di sbagliato, cosa c'è stato di sbalgiato e ti fai domande idiote piene di se e ma.

- in cui giuri, passando davanti a una vetrina infame ultra specchiante che da oggi non mangi più un cazzo lo giuro, divento una di quelle mangia foglie e dimagrisco abbomba, poii entri da rita e ordini una margherita tonda,evvaffanculo.

-in cui le leggi di Murphy sono state scritte per te: se il cellulare suona, stai sicuro che è l'ultimo degli oggetti con cui la tua mano entrerà in contatto ravanando a random nella borsa, se al contrario hai bisogno dell'agendina, stai sicuro che entreranno in collisione con la tua mano nervosa i fazzoletti, il cellulare morto, la bottiglietta, lo specchietto, dei fogli inutili che non mi ricordo che cazzo di fanno nella mia borsa di merda, e per ultimo, quando sarai già stata costretta a fermarti,a chinarti chiamando in aiuto il senso della vista, la fottuta agendina cazzosa.

- in cui vorresti disperatamente che lo stare meglio fosse legato a qualcosa da fare, invece che al contario,al dover aspettare, evitare, fare altro, vivere la tua vita

- in cui se pensi a tutto quello che hai da fare, da qui a quando partirai alla volta, anzi alla vuelta delle Espana, ti vien male, poi ti ricordi di Michael Ende, e della sua brillante creazione di Beppo Spazzino, sant'uomo Michael Ende. ti riprometti di riportare sul tuo blog La storia di Beppo, perchè merita.


-in cui vorrei tornare, anche solo un'ora, là, perchè tutto il resto, in funzione di quello che era, sarebbe noia.

-in cui la forza di gravità è tua nemica, cade tutto, rischi di cadere anche tu un due tre volte, insaplandoti su una merda di sasso o semplicemente perchè a ventun'anni non hai ancora imparato a sollevare bene il piede,e allora nel bel mezzo della comunità, fai un accenno di stramazzo così, gratis, nel pari, dove non c'è niente che potrebbe giustificarlo, e speri che non ti abbia visto nessuno.
IO ODIO SENTIRMI GOFFA, LO ODIO.

- in cui vorresti essere un uomo.


-In cui quando non sei impegnata a maledire le borse o a mantenere il tuo baricentro all'interno della base di appoggio, condizione biomeccanica imprescindibile alla stazione eretta senza la quale si ha l'effetto pavimento (che non c'entra con la statistica, ma col trovarsi orizzontali), lo sei nel rimuginare su ciò che nella tua vita crea dispiacere, malumore, pensieri, menate.
quindi quei giorni in cui fantastichi sul "quando ci ripenserò e mi darò della scema"
in cui ti domandi quando tornerai a stare bene, in cui rifletti sulle dipendenze, e su ciò che le genera, in cui pensi che cosa è che stai sbagliando, perchè ti ricordi, casomai te ne fossi scordata, che hai creato tutto tu, non sei la vittima ciccia, ma chi non è vittima, chi è colui che agisce e non subisce non ha diritto di sentirsi in menata, perchè hai voluto la biciletta, mò pedali.evvaffanculo.

-in cui vorresti fosse marzo, lo vorresti con tutto il cuore.

-in cui vai a allenamento, e speri che ti facciano ridere.

cià.

io, che penso positivo.

3 commenti:

kunicolo ha detto...

la casualità...serata/mattinata in cui mi sento così...penso, andiamo a vedere come sta good grief che è da un pò che non lo sento... e tac, la tua amica benni ha scritto quello che scriveresti te in questo momento, se non fosse pesante anche solo cercare di ordinare due pensieri.non ho risposte ciccia ne soluzioni,però insomma mal comune mezzo panda. ho paura di tornare a stare come sta qualche mese fa. voglio tornare a casa e non perdermi nel tragitto. ti bacio beibe. a presto

kunicolo ha detto...

a p.s. per quanto riguarda le magre stenche, fattore che disolito è accompagnato dall'abito giusto, finto casuale, super stalish...ciocà morissero tutte, perchè nei momenti in cui ti senti balena obesa, con un paio di ddlin dlon dulla tua faccia, jeans e felpazza, ti danno quel calcio finale.

Galla ha detto...

FINTOOOOOO, FINTO CASUALEEEEEE!!!
sai cosa, ?
quando ci si accanisce così sulle fighe però, vuol dire che non sei in pace col tuo corpo..official, e infatti, siamo in guerra cazzo!!
oh ieri tra l'altro, son and al concerto di giuliano palma a bologn, 40 minuti di fila pressante al guardaroba, tocchi attimi di nervoso che tanto così e non diventavo vegeta super saian cioccàn ... una tipa di fianco a me, alta la mia metà quindi anche in debito d'ossigeno viste le condizioni, riferendosi alla tizia che prendeva le giacche a bradipo le fa ad altissima voce "daaaaai figa lessa!!!", ahahaha!!
le offese al genere femminile mi fan sempre sputtanare, forse perchè nel mio inconscio le ri utilizzo, muahahahah!
(volutamente tergiversato sull'argomento esistenziale foriero di menate, torna a casa zizza, che ti aspettiamo, poi l'aria di fiorano vedrai ti aiuterà9
fai cazzo amodo.

te voio bè.(nni)