Di solito capita nei momenti iniziali di un esperienza,di un incontro, quando ci si affaccia insieme sull'essere lì, sul perchè.
"chi sei? cosa fai? quali sono le tue passioni, perchè hai deciso di essere qui?"
Poco importa dove accade.se al corso di rianimazione cardiopolmonare, se al primo giorno di università,se agli AA, o davanti a un caffè.
Il fatto è che te l'han fatta quella domanda lì.
Inaspettatamente non mi riferisco alla prima (a cui rispondo sfoggiando incredibili capacità introspettive: Elena), nè alla seconda (fra poco fisioterapizza), ma alla terza.
E' capitato diverse volte.e sempre, avrei voluto un'ora per spiegare. Non l'ho mai fatto perchè sono sempre stata piuttosto cosciente che al pubblico fregasse il giusto.
E allora morendo un po' nel corazon, rispondo con uno sforzo immane:
"beh la musica, poi scrivere."
ahrgh! lance che mi trafiggono il costato.
Perchè..dear pubblico del momento.. a me non piace la musica.
Non è così,
c'è di più,
vorrei spiegarmi.
Pubblico qua io ho bisogno di raccontarti,
a me non è che piace la musica,
è una questione di me,
qua si parla del QUID.
mica pizza e fichi.
Si vabè, ascolto la radio in macchina.canticchio salendo le scale, sculetto a tempo in discoteca, sì, ma non parlo di quello.
Come faccio qua, in piedi, davanti a gente che non conosco a spiegare il mare?
Come faccio a spiegarMI?.
Poi sai che c'è?
C'è che in ogni caso, anche se questa fosse un'assemblea dove buddha ha riunito i protagonisti umani della mia vita,invece che un gruppetto da venti di facce semi ignote, non riuscirei a rendere.
Perchè.. due minuti fa stavo stendendo la lavatrice di roba chiara,i-pollo on, ed è partita Comatose.
Bollo,( o bollisco?)
cioè io bollo capito, la pentola ok?
ribollo, qualcosa dentro si muove.
E se fino a lì di danni non se ne sono fatti, dopo parte Come back, e si getta il sale grosso.sbbbbzzzzbhhsshhh!
Io sento gli odori, percorro le strade, riaccarezzo i visi lontani di quegli anni lì.Mi fermo, succede qualcosa di bello.
Sento di volere BENE a un quasi cinquantenne californiano, che ignora la mia esistenza, e a cui ogni tanto fantastico di scrivere due righe.
Gli voglio bene per come urla di tornare indietro, e voglio bene a quella chitarra lì, per quello che mi fa. per quello che schiude nell'assolo.non è che voglio bene alla Strato, voglio bene a quelle note lì.
gli voglio bene, come a una lettera in un cassetto, come a una telefonata, come a un gatto.
Non è mia, in qualche momento sarà stata anche prostituita come qualcosa di commerciale, qualcuno ci avrà anche parlato sopra a quella chitarra lì, distrattamente, bevendo birra.
Ma mentre stendo, parla di me.
Terza traccia in ripetizione casuale, 1979.
Prime note, il suono si avvicina, so già cosa dirà billy.
Mi devo ripetere?
vabè.
Buon sabato.
sabato 25 settembre 2010
venerdì 24 settembre 2010
Poi passa.
Mi viene un gran caldo,
poi qualcosa di simile alla frenesia,
i pensieri razionali e maturi sono spintonati malamente via dal mio cervello da un buttafuori nerboruto, ma soprattutto cieco.
Le buone intenzioni hanno fatto la fine della zanzara che sulla mia scrivania ora giace impotente, una virgola di sangue (il mio) tutta attorno.
Poi mi assale un'onda.
Mi maledico per non aver optato per il sonnellino.
Vorrei fumare, adesso, qua, in camera mia.
(Dove zono i miei sigaretti?)
mi impongo di calmarmi.
Mi ascolto una canzone bellissima e triste.
Mentre vado in bagno ho voglia di piangere.
Va bene così.
poi qualcosa di simile alla frenesia,
i pensieri razionali e maturi sono spintonati malamente via dal mio cervello da un buttafuori nerboruto, ma soprattutto cieco.
Le buone intenzioni hanno fatto la fine della zanzara che sulla mia scrivania ora giace impotente, una virgola di sangue (il mio) tutta attorno.
Poi mi assale un'onda.
Mi maledico per non aver optato per il sonnellino.
Vorrei fumare, adesso, qua, in camera mia.
(Dove zono i miei sigaretti?)
mi impongo di calmarmi.
Mi ascolto una canzone bellissima e triste.
Mentre vado in bagno ho voglia di piangere.
Va bene così.
martedì 21 settembre 2010
ingulassorrt.
IMMGINARSI RIVINCITE MENTALI GLORIOSE,
QUANDO NELLA REALTà SORRIDI, MANDI GIù E ESCI CON STILE
Ci sono momenti nella giornata, in cui se fossimo in un cartone animato,gli orifizi anatomici del mio corpo, improvvisamente prenderebbero a fumare, come succede nelle pentole a pressione quando la mamma fa il riso.
C’è troppo dentro, da qualche parte deve pur uscire, come fa a stare tutto dentro a questo cervello stanco?
Essere me, in alcuni giorni è stancante.
Essere noi, intendo.
Non è poi così onesto da parte del mondo chiedere di essere così tante persone, in un giorno solo, come faccio? Non è giusto. Ci saremo anche passati tutti ma non è giusto.
Perché nel nostro mondo c’è così poca possibilità di essere noi stessi?
Forse saremmo esseri non dico più felici, ma meno frustrati, se potessimo essere più spesso noi.
Perché faccio così poco quello che mi piace?
Perché ci fiacchiamo i maroni a studiare cose di cui ci frega un 20 % , e a produrre PIL 8-9 ore al dì, e solo 5 a goderci la giornata?
Non sarà sottovalutata la potenza della soddisfazione, e della tranquillità?
Perché per esempio non si balla 5 minuti, dalle 8:25 alle 8:30, prima di mettersi sotto col lavoro?
Perché non ce la facciamo una cazzo di risata?
Perché ci godi a farmi sentire idiota? Perché lo fai davanti a più persone possibile? Perché ne approfitti del fatto che mi conviene tacere?
Ma soprattutto, perché cazzo lo fai con quel sorrisino incagabile finto-pacifista “nonhonientecontroditetisembrasolo” stampato in ghigno?
Oh, ma non sarò allieva per sempre, stronza.
Oggi giuro non so perché, mi è venuta in mente l’immagine di un papero, sdraiato a letto, che sospira stanco scuotendo il becco, e guardandomi sconsolato.
È stato bellissimo.
Cià.
sabato 11 settembre 2010
Ricomincio da me.
-da due giorni in casa mia è ritornato il mio odore preferito, forse era il caldo ad averlo temporaneamente "abbassato", bentornato caro.
-queste mattine metterebbero di buon umore anche Pino Scotto. Colazione alle 9 e 30 nella piazza del tuo paese,un clima perfetto, dico, perfetto, la nonna e il nonno nel primo tavolino, appena arrivo in compagnia di un'amica un "dio! la me stràla!", e paga lei, per me e per l'amica. pagarmi la colazione è fondamentale per lei, ci tiene tantissimo, e guai a discutere, robbi guarda risparmia il fiato, la "signora" non molla; il gesto non solo denota la sua sconfinata generosità, ma mi fa sentire più amata e protetta di venti messaggi d'amore, e dieci condom, uno sopra all'altro, rispettivamente.
-post pranzo di chiacchiere con la mamma che è in buona. scambio di opinioni su "quando mi vieni a prendere?" del liga. "ma perchè sei arrabbiata con liga?". provo a spiegarglielo. capisce.
-momento caffe sulla mia scrivania davanti alle facce avatarizzate di milioni di conoscenze, i loro link dimmerda, i loro link interessanti, le loro foto banali, le loro foto mozzafiato.
-mi stai guardando. la pianti? no dico, smettila. Adesso ti sposto dalla visuale, sto scrivendo, mi fai cazzo finire? oh! arrivo, spetta n'attimino.sei brutto, scritto male, noioso, ma la vinci tu, nella vita è tutta una questione di potere, e ne hai schifosamente di più tu in questo momento, ah ma non sarà sempre così pezzo dimmerda. mi laureerò bene. Bernstein del cazzo.
-Pertenze imminenti.
-dall'ultima volta che ho scritto ne è passata di acqua, di vita. ho moltissima voglia di scrivere, ma come al solito più che punti random che si susseguono, non riesco a fare.
-ho pensato che è ora di cominciare a fare quello che mi piace.
-a scrivere "acqua" la vescica ha dato un colpo forte, mi scappa.
ciao!
Elena.
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