sabato 25 settembre 2010

Nuvoloso poco variabile.

Di solito capita nei momenti iniziali di un esperienza,di un incontro, quando ci si affaccia insieme sull'essere lì, sul perchè.
"chi sei? cosa fai? quali sono le tue passioni, perchè hai deciso di essere qui?"
Poco importa dove accade.se al corso di rianimazione cardiopolmonare, se al primo giorno di università,se agli AA, o davanti a un caffè.
Il fatto è che te l'han fatta quella domanda lì.
Inaspettatamente non mi riferisco alla prima (a cui rispondo sfoggiando incredibili capacità introspettive: Elena), nè alla seconda (fra poco fisioterapizza), ma alla terza.
E' capitato diverse volte.e sempre, avrei voluto un'ora per spiegare. Non l'ho mai fatto perchè sono sempre stata piuttosto cosciente che al pubblico fregasse il giusto.
E allora morendo un po' nel corazon, rispondo con uno sforzo immane:

"beh la musica, poi scrivere."

ahrgh! lance che mi trafiggono il costato.

Perchè..dear pubblico del momento.. a me non piace la musica.

Non è così,
c'è di più,
vorrei spiegarmi.

Pubblico qua io ho bisogno di raccontarti,
a me non è che piace la musica,
è una questione di me,
qua si parla del QUID.
mica pizza e fichi.

Si vabè, ascolto la radio in macchina.canticchio salendo le scale, sculetto a tempo in discoteca, sì, ma non parlo di quello.

Come faccio qua, in piedi, davanti a gente che non conosco a spiegare il mare?
Come faccio a spiegarMI?.
Poi sai che c'è?

C'è che in ogni caso, anche se questa fosse un'assemblea dove buddha ha riunito i protagonisti umani della mia vita,invece che un gruppetto da venti di facce semi ignote, non riuscirei a rendere.

Perchè.. due minuti fa stavo stendendo la lavatrice di roba chiara,i-pollo on, ed è partita Comatose.
Bollo,( o bollisco?)
cioè io bollo capito, la pentola ok?
ribollo, qualcosa dentro si muove.
E se fino a lì di danni non se ne sono fatti, dopo parte Come back, e si getta il sale grosso.sbbbbzzzzbhhsshhh!
Io sento gli odori, percorro le strade, riaccarezzo i visi lontani di quegli anni lì.Mi fermo, succede qualcosa di bello.

Sento di volere BENE a un quasi cinquantenne californiano, che ignora la mia esistenza, e a cui ogni tanto fantastico di scrivere due righe.
Gli voglio bene per come urla di tornare indietro, e voglio bene a quella chitarra lì, per quello che mi fa. per quello che schiude nell'assolo.non è che voglio bene alla Strato, voglio bene a quelle note lì.
gli voglio bene, come a una lettera in un cassetto, come a una telefonata, come a un gatto.
Non è mia, in qualche momento sarà stata anche prostituita come qualcosa di commerciale, qualcuno ci avrà anche parlato sopra a quella chitarra lì, distrattamente, bevendo birra.
Ma mentre stendo, parla di me.
Terza traccia in ripetizione casuale, 1979.
Prime note, il suono si avvicina, so già cosa dirà billy.

Mi devo ripetere?

vabè.

Buon sabato.

1 commento:

kunicolo ha detto...

ah rileggere good grief e scar tissue...che momenti che rimangono attaccati alla rete.
Non ci sono le parole per il mare, il non riuscire a spiegarlo è la sua spiegazione.
Lo sai che te l'appoggio...lascio due parole cafriate giusto come segno,perchè anche io non riesco a spiegare quello che mi succede dentro su certe note. Sindrome di Stendhal.
p.s. io con eddie ci ho duettato sul palco dell'heineken, che momento!